PRESENTA UN
PROGETTO

Laboratorio ESG - Environmental Social Governance

La Fondazione aderisce al “Laboratorio ESG - Environmental Social Governance”, promosso da Intesa Sanpaolo per le imprese della Direzione Veneto Est e Friuli-Venezia Giulia: 500 milioni di euro per la sostenibilità a supporto del PNRR.



News pubblicata il
11 / 02 / 2022
Il Laboratorio punterà a migliorare il profilo di sostenibilità delle imprese, avviando la transizione verso obiettivi di inclusione sociale e investimenti in progetti di economia sostenibile, digitale e circolare in coerenza con il PNRR. Avrà sede a Venezia in Campo Manin e in M9 – Museo del ’900 a Mestre e sarà a servizio delle imprese della Direzione Regionale Veneto Est e Friuli-VG di Intesa Sanpaolo, guidata da Francesca Nieddu.

In questo contesto Intesa Sanpaolo annuncia un plafond pari a 500 milioni di euro, per stimolare gli investimenti delle aziende della direzione regionale: Venezia, Treviso, Belluno e il Friuli Venezia Giulia. Il nuovo plafond si inserisce nell’ambito di Motore Italia, il programma strategico di Intesa Sanpaolo per favorire la liquidità e investimenti nella transizione sostenibile e digitale delle imprese e che mette a disposizione del tessuto produttivo del Triveneto un plafond di 10 miliardi di euro.

L’accordo è stato firmato con importanti realtà in una logica di sistema e di servizio: Fondazione di Venezia, Fondazione Friuli, Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, Fondazione Giorgio Cini e l’Autorità del Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale. In particolare, con le Fondazioni si promuoveranno i progetti legati all’innovazione e ai temi di impatto sociale come l’inclusione e si punterà sulla conoscenza del patrimonio culturale dei territori in cui operano queste realtà, con l’AdSP alla valorizzazione dell’area portuale e del retroterra secondo le linee guida del nuovo piano operativo triennale. Il laboratorio ESG attiverà collaborazioni con altre parti, quali ad esempio Camere di Commercio, Associazioni di Categoria, Università, Scuole di Specializzazione, Centri di Ricerca e ITS del territorio.

In considerazione della rilevanza dei temi della sostenibilità ambientale e sociale per accrescere il valore della competitività delle PMI, Intesa Sanpaolo ha attivato già nel 2020 un plafond da 2 miliardi di euro per i nuovi S-Loans, una linea specifica di finanziamenti, che si affianca al plafond di 6 miliardi destinato a investimenti in Circular Economy, volti a supportare le iniziative delle imprese verso la transizione sostenibile. Dalla loro introduzione Intesa Sanpaolo ha erogato oltre 2 miliardi di euro di finanziamenti a favore delle imprese, di cui circa 120 milioni di euro al Triveneto.

A conferma di un quadro economico e sociale nel quale l’attenzione all’ambiente, la transizione verso un’economia digitalizzata e green diventano determinanti per il sistema manifatturiero, delle infrastrutture e del turismo, il Laboratorio ESG si pone come acceleratore per la crescita sostenibile delle imprese locali e per la creazione di valore collettivo sociale e ambientale nella logica del più esteso coinvolgimento di imprese e di operatori volto alla realizzazione del PNRR. L’obiettivo è favorire e affiancare investimenti improcrastinabili e opportunità di crescita irrinunciabili nell’attuale fase di rilancio dell’economia italiana, combinando esigenze delle aziende con le competenze dei migliori stakeholders.

L’iniziativa è nata in collaborazione con Intesa Sanpaolo Innovation Center, società del Gruppo guidata da Maurizio Montagnese che esplora scenari e tendenze future, sviluppa progetti di ricerca applicata, supporta startup ad alto potenziale e accelera la trasformazione delle imprese secondo i criteri dell’open innovation e dell'economia circolare.

Il Laboratorio ESG offre consulenza, informazione, assessment e identificazione delle azioni per supportare l’intero percorso che le PMI del territorio devono intraprendere grazie a partner di eccellenza, in particolare:
- Circularity, la prima piattaforma di simbiosi industriale dedicata all’Economia Circolare in Italia che può supportare le imprese ad integrare i principi di Sostenibilità e di Economia Circolare all’interno del proprio Business;
- Nativa, la prima B Corp e Società Benefit in Europa che incorpora il «purpose» nel DNA delle organizzazioni per migliorarne i risultati di business e creare una prosperità durevole e condivisa;
- CE LAB, nasce dalla partnership tra Innovation Center di Intesa Sanpaolo e Cariplo Factory per contribuire all’evoluzione del sistema economico italiano e diffondere nuovi modelli di creazione del valore nell’interesse collettivo, accelerando la transizione verso modelli di economia circolare;
- E-Ambiente, è una delle prime società italiane nell'ingegneria ambientale e consulenza energetica che segue le PMI nella riduzione reale dell'impatto in termini di CO2, Rifiuti e Acqua, il tutto integrato con una Piattaforma di gestione dei dati tecnici ambientali (EPLAT1). La mission è trovare concrete Decarbon Business Solutions.
- Strategy Innovation Srl è uno spin off dell’Università Ca’ Foscari Venezia, nato per rendere le imprese “significanti", provocandole, attraverso la distruzione creativa e l’interdisciplinarietà. Aiuta le imprese a definire in maniera distintiva il proprio “purpose", a immaginare scenari futuri per cogliere nuove opportunità strategiche e a trasformare i modelli di business, nella consapevolezza che l’innovazione sia il mezzo e la sostenibilità sia il fine.

Il Gruppo Intesa Sanpaolo, tra le banche più sostenibili d’Europa, è presente nei principali indici di sostenibilità al mondo oltre ad essere tra i pochi gruppi finanziari europei ad avere aderito a tutte le principali iniziative delle Nazioni Unite riguardanti il settore finanziario in questo ambito. L’attenzione all’ambiente e all’inclusione sociale rappresentano aspetti di grande rilievo per una crescita sostenibile del Paese. Di recente, oltre ad aver adottato regole per la riduzione dei finanziamenti nei settori carbone e oil e gas non convenzionale, ha avviato la nuova linea di S-Loan Climate Change, finanziamenti unici nel panorama bancario italiano e con garanzia SACE all’80%, grazie alla quale la Banca fornirà alle imprese un nuovo strumento per finanziare progetti di investimento green fino ad un importo di 15 milioni di euro e per una durata massima di 20 anni.

L’adozione di queste misure rappresenta per Intesa Sanpaolo un importante passo ulteriore per il contrasto al cambiamento climatico, nell’ambito di una pluriennale e articolata strategia di sostenibilità. Da qui al 2026, Intesa Sanpaolo programma erogazioni a medio lungo termine per oltre 410 miliardi di euro, di cui 120 destinati alle PMI, con i quali contribuire attivamente alla ripresa economica del Paese in stretta correlazione con gli obiettivi del PNRR approvato dalla Commissione Europea.

Francesca Nieddu, direttore regionale Intesa Sanpaolo, ha dichiarato: “Grazie alla collaborazione con le Fondazioni e l’AdSP rafforziamo il nostro sostegno all’economia reale dei territori in cui operiamo. Le iniziative di Intesa Sanpaolo in tema di sostenibilità, transizione digitale, attenzione al capitale umano, contenimento del cambiamento climatico e responsabilità sociale delle piccole e medie imprese sono numerose e declinate sulle peculiarità delle diverse esigenze. Con un plafond di 500 milioni di euro per progetti di economia sostenibile, digitale e circolare vogliamo favorire le imprese nel cogliere le opportunità del PNRR e rilanciare l’economia locale”.
 
VERSO UNA TRANSIZIONE SOSTENIBILE: SCENARI E OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE DEL TERRITORIO

La Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo ha realizzato un’analisi relativa alle opportunità della transizione green per le imprese del Veneto e del Friuli Venezia Giulia con un’attenzione particolare alle eccellenze di questi territori quali il turismo, la manifattura e l’entroterra portuale.
Lo sviluppo sostenibile delle destinazioni turistiche deve essere sempre più all’altezza delle attuali aspettative dei turisti e, nello stesso tempo, tendere ad un equilibrio tra i tre aspetti ambientale, economico e socio-culturale.

Le imprese turistiche del Veneto e del Friuli Venezia Giulia che si sono dotate di certificazione di impatto ambientale hanno realizzato performance di crescita migliori nel lungo periodo (+34% di fatturato tra il 2008 e il 2019) rispetto a quelle senza certificazioni (+21% di fatturato nello stesso periodo) e anche nei livelli di redditività (EBITDA dell’8,7% nel 2019 delle aziende con certificazione ambientale rispetto al 7,4% di quelle senza certificazione). Tra le azioni per ridurre l’impatto ambientale sono risultate più adottate (Istat, 2018) quelle legate alla raccolta differenziata e alla gestione dei rifiuti inquinanti e al consumo idrico, mentre solo 1 su 4 risulta aver adottato azioni sul contenimento delle emissioni atmosferiche, mentre resta da potenziare il riutilizzo delle materie prime seconde in processi più integrati di economia circolare, che possono mitigare i rischi di lungo termine legati non solo ai cambiamenti climatici, ma anche alle interruzioni della supply chain e all’indisponibilità delle materie prime, come la pandemia ci ha recentemente mostrato.
Per quanto riguarda la manifattura veneta, un aspetto distintivo è l’alta propensione all’export con valori nettamente superiori alla media nazionale: 43,5% contro il 29,1% nazionale. Grazie a un’elevata competitività le imprese venete tra gennaio e settembre 2021 sono riuscite a riattivare le esportazioni toccando i 51,3 miliardi di euro e superando del 6,3% sui valori dello stesso periodo del 2019. Il recupero si è realizzato in modo diffuso a livello settoriale: in particolare, la Meccanica con 9,5 miliardi di euro è tornata ai livelli del 2019, il Sistema Moda con più di 13 miliardi di euro ha invece superato i valori pre-pandemici (+2,4%) grazie al balzo dell’Oreficeria e dell’Occhialeria e la Filiera dei metalli ha segnato un incremento a doppia cifra (+15,7% sul 2019) spinta anche dell’aumento dei prezzi di produzione.

Nell’ottica di un rafforzamento degli scambi intra-europei come conseguenza di una revisione delle strategie di approvvigionamento su base continentale, la posizione del Veneto e il suo porto di Venezia rappresentano un importante asset di sviluppo per i futuri traffici che dovrebbero intensificarsi nel Mar Adriatico: il trasporto via mare delle merci delle imprese venete copre il 30% del totale merci, secondo solo al trasporto su gomma (55%). Tra i settori più rilevanti del traffico marittimo si ritrovano la Meccanica, l’alimentare e le bevande ad alta penetrazione sui mercati internazionali.

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