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PROGETTO

Fondazione e Arcidiocesi #insiemenellemergenza

 



News pubblicata il
06 / 05 / 2020

Condivise con l'Arcidiocesi di Gorizia le linee d'azione condivise per il sostegno alle fragilità.
 
La pandemia Covid-19 sta tenendo sotto scacco il mondo intero e già risulta chiaro quanto enorme e profondo sarà l’impatto che avrà a livello sociale, economico, culturale, oltre che sanitario, con prospettive ancora difficili da decifrare.

In questi giorni, accanto all’angoscia per la diffusione del Covid-19 e per le conseguenze sulla salute delle persone, è iniziata un’altra partita, quella delle azioni da intraprendere per limitare l’impatto economico e sociale del virus e delle misure che si rendono necessarie per contrastare una recessione economica che rischia di essere devastante.

In questo scenario risulta evidente come il contributo delle due principali Istituzioni del Territorio, da sempre in prima linea a supporto delle fragilità sociali, Arcidiocesi e Fondazione Ca.Ri.Go, sia importante e fondamentale, perché esse hanno acquisito sempre più nel tempo un importante ruolo di attivatori sociali e, dunque, di protagonisti e promotori del welfare di comunità, oltre che ad avere una visone complessiva dell’intero territorio.

È il loro un contributo, dunque, che fa perno non solo sulle risorse finanziare che le due Istituzioni possono mettere in campo, quanto piuttosto sulla rete di collaborazioni che entrambe negli anni hanno saputo costruire, rete che ora diventa il vero valore aggiunto nel rispondere alla domanda del cosa fare dopo.

Alla luce di questi ragionamenti e riflessioni l’Arcivescovo Carlo Redaelli e la Presidente Roberta Demartin hanno individuato le seguenti linee di azione che in alcuni casi ripercorrono, ampliandole, progettualità già in campo, in altri cercano di dare risposte ai bisogni emergenti.

Sostegno alle nuove povertà attraverso il già collaudato rapporto tra Fondazione e Caritas che vedrà come punto di partenza gli Empori della Solidarietà i quali saranno implementati in modo da poter raggiungere, grazie ai feed back dei centri di ascolto presenti in tutto il territorio, le persone entrate in difficoltà a causa della situazione della pandemia in corso, i cd. “nuovi poveri” ;

Sostegno ai bambini adolescenti e ragazzi
I bambini e gli adolescenti di oggi sono i figli di un’Italia disuguale. La crisi economica degli ultimi anni, i tagli alla spesa sociale, la complessità delle relazioni familiari stava già pesando in maniera importante sulle condizioni di crescita dei più piccoli e sulle loro prospettive.

La pandemia ha ampliato le difficoltà e le distanze sociali. C’è il rischio che sempre più bambini e ragazzi restino indietro.
In questo contesto, il pericolo da esorcizzare è che bambini ed adolescenti siano privati delle condizioni di base per apprendere, esprimersi, sperimentare; il pericolo da esorcizzare è la povertà educativa, che è insidiosa, ma si può curare: compensando gli eventuali limiti familiari e di contesto con l’accesso generalizzato alle opportunità educative, relazionali, emotive.
L’azione che Fondazione e Arcidiocesi intendono aiutare a mettere in campo è l’implementazione e il supporto, adeguato alla nuova situazione, ai centri di aggregazione giovanile, già presenti e finanziati da anni, affinché gli stessi siano non più e non solo un modo per far trascorrere insieme ai ragazzi il tempo estivo ma diventino veri e propri aiuti alle famiglie in termini educativi, di supporto psicologico e, indirettamente, anche economico, consentendo così anche di recuperare i deficit educativi e formativi che si sono inevitabilmente creati nella fase di lock down.

Bisogna creare partenariati territoriali e affiancare educatori del privato sociale agli insegnanti e alle famiglie”, afferma la Presidente Roberta Demartin. “C’è bisogno di un’alleanza territoriale tra autonomie scolastiche, comuni e terzo settore, territorio per territorio, che aiuterebbe a sgravare le famiglie in difficoltà. E in questo Fondazione e Arcidiocesi, ribadisce la Presidente Demartin, hanno un ruolo importante poiché, ben prima della pandemia, hanno insieme messo in atto strumenti fondamentali di sostegno alle fragilità sociali ed esperienze educative, che mai come ora diventano fondamentali poiché replicabili e implementabili, per ricucire le comunità ed è su questo che stiamo lavorando”.

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