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PROGETTO

Pianta di Udine

Raffaello Sbuelz

1886

Informazioni

Titolo Pianta di Udine
Acquisizione Asta Stadion, Trieste, 2 dicembre 2005, lotto n. 492
Autore Raffaello Sbuelz
Categoria Carta topografica
Collocazione Palazzo Della Torre, Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, via G. Carducci n. 2, Gorizia
Cornice Legno e vetro, 130x75 cm
Dimensioni 123x66 cm
Epoca 1886
Iscrizioni
Materiale tecnica Stampa litografica a colori su carta
N inventario FC 332
N inventario fotografico F:\JPG 332
Nomefile Scheda 332.xls
Proprieta Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia
Provenienza Archivio Grafiche Giuseppe Chiesa, Udine
Restauri 2009, Laboratorio Eucore, Autorizzazione Soprintendenza dd. 10 agosto 2006
Stampa Litografia E. Passero - Udine
Stato conservazione Discreto. Ingiallimento dell'intera superficie litografica.
Valore assicurativo 200,00/300,00 Euro
Bibliografia R. Curci, "Pionieri" del manifesto: la ditta Chiesa di Udine, in 150 manifesti del Friuli - Venezia Giulia. Vita e costume di una regione 1895-1940, Padova, 1982, n. 130.
Max Gallo, I manifesti nella storia e nel costume, Mondadori Editore, Milano, 1972.
P. Delbello, A. Pericin, B. Pompei (a cura di), Nei dintorni di Dudovich. Per una storia della "piccola" pubblicità e dei suoi grandi autori, Edizioni Modiano, Trieste, 2002.
Note Giuseppe Liusso (Camino al Tagliamento, 1911 – Udine, 1993), più noto come Bepi, fu artista autodidatta esponente di una “pittura coerente, e gradevole, e valida: che tocca vette di alta poesia nelle visioni ampie ed incantate di paesaggi e di città del mondo”. (Bergamini 1991). La sua pittura mutò nel tempo: dai volumi ben definiti, dalla stesura pittorica a piccoli tocchi di colore degli anni Trenta al ductus, svirgolato e sintetico, del secondo dopoguerra. Fu ben inserito nel clima artistico udinese essendo il referente del “Sindacato degli artisti” e fece parte di una generazione di artisti, nati nei primi decenni del ‘900 (come Ernesto Mitri, Giovanni Pellis, Antonio Coceani, Giovanni Moro) fuori delle correnti di moda e attenti piuttosto a registrare le impressioni della natura. Tanto è vero che Liusso mai abdicò al filone figurativo, tradizionale in Friuli. Non fu però provinciale: se il Friuli, colto nei suoi angoli più nascosti, fu al centro del suo interesse, amò viaggiare e conoscere paesi lontani, che divennero soggetto dei suoi dipinti. Centinaia di album e bozzetti, raccolti con amore da Elisabetta Canciani e mai esaminati finora, hanno permesso di ricostruire i suoi viaggi seguendo le annotazioni che puntigliosamente apponeva sotto gli schizzi. Visitò le più rinomate località di tutta Italia, dell’Europa rimangono gli appunti di viaggio a Losanna, Digione e Parigi (1954), Francia, Svizzera e Spagna (1980). Si recò in paesi lontani ed esotici come Perù e Messico (1969), Canada, Malesia, Singapore e Bali (1972), Hongkong e Bangkok (1975), la Cina con disegni ripresi in numerosi dipinti. Centinaia di quadri furono preparati, dunque, da migliaia di disegni, fissati in piccoli album da disegno a carta ruvida, su cui registrava le prime impressioni.
Riferimenti Vedi scheda autore
Vedi scheda Stabilimento Passero-Chiesa
Vedi scheda pubblicità commerciale

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