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PROGETTO

Udine, O.N.D. Dopolavoro Provinciale

Giovanni Saccomani

1932

Informazioni

Titolo Udine, O.N.D. Dopolavoro Provinciale
Acquisizione Asta Stadion, Trieste, 2 dicembre 2005, lotto n. 465
Autore Giovanni Saccomani
Categoria Manifesto istituzionale
Collocazione Palazzo Della Torre, Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, via G. Carducci n. 2, Gorizia
Cornice Legno e vetro, 80x110 cm
Dimensioni 70x100 cm
Epoca 1932
Iscrizioni Firmato [basso sx]: G. Sacco-/mani
Materiale tecnica Stampa litografica a colori su carta
N inventario FC 287
N inventario fotografico F:\JPG 287
Nomefile Scheda 287.xls
Proprieta Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia
Provenienza Archivio Grafiche Giuseppe Chiesa, Udine
Restauri 2009, Laboratorio Eucore, Autorizzazione Soprintendenza dd. 10 agosto 2006
Stampa Litografia G. Chiesa - Udine
Stato conservazione Buono
Valore assicurativo 400,00/600,00 Euro
Bibliografia R. Curci, "Pionieri" del manifesto: la ditta Chiesa di Udine, in 150 manifesti del Friuli - Venezia Giulia. Vita e costume di una regione 1895-1940, Padova, 1982, n. 130.
Max Gallo, I manifesti nella storia e nel costume, Mondadori Editore, Milano, 1972.
P. Delbello, A. Pericin, B. Pompei (a cura di), Nei dintorni di Dudovich. Per una storia della "piccola" pubblicità e dei suoi grandi autori, Edizioni Modiano, Trieste, 2002.
Note Manifesto di promozione dell'O.N.D. L'Opera Nazionale Dopolavoro (abbreviato O.N.D.) è un'associazione creata il 1 maggio 1925 dal regime fascista col compito di occuparsi del tempo libero dei lavoratori. Per definizione statutaria "cura l'elevazione morale e fisica del popolo, attraverso lo sport, l'escursionismo, il turismo, l'educazione artistica, la cultura popolare, l'assistenza sociale, igienica, sanitaria, ed il perfezionamento professionale". L’Opera Nazionale Dopolavoro rientrava in quel piano di massimizzazione dei costumi e delle abitudini tesa a plasmare l'uomo nuovo, avviato dal regime nel corso del ventennio: l'obbiettivo era costruire stili di vita generalizzati che fossero d'uopo nell'opera di polarizzazione nazionale. L'OND rappresenta uno degli aspetti più caratteristici dello stato totalitario. Con l'istituzione di questo ente, infatti, il partito fascista ha avuto sempre più la possibilità di penetrare nel tessuto sociale, riducendo lo spazio di manovra delle opposizioni al regime. L'OND offriva dei servizi reali e concreti alla popolazione che così tendeva sempre meno a contestare il regime. Allo stesso tempo gli stessi vertici del Partito Fascista riuscivano, tramite l'OND, a tenere sotto controllo in maniera abbastanza capillare l'umore della popolazione. I nuovi intrattenimenti fascisti tuttavia non riuscirono a sovrastare del tutto la vecchia sociabilità popolare (bocciofile, corali ecc), che continuarono ad avere i maggior numero di praticanti iscritti. Giovanni Saccomani nasce a Pordenone nel 1895. Compie la propria formazione all'Accademia di Belle Arti di Venezia dal 1910 al 1915, allievo di Guglielmo Ciardi prima e quindi di Ettore Tito. Partecipa alle esposizioni di Cà Pesaro tra il 1922 e il 1925, condividendo la concezione paesaggistica luminosa e atmosferica della "scuola di Burano". La lezione di Ciardi che sottende la prima produzione dell'artista si arricchisce ben presto delle suggestioni dell'impressionismo e della libertà espressiva introdotta, in ambito veneziano, da Gino Rossi, Pio Semeghini e Umberto Moggioli contro il ritorno all'ordine di marca novecentista, imperante in quegli anni nel clima figurativo nazionale. E' attratto dal
primo Cézanne che studia alla Biennale del 1920. Si dedica per un breve periodo all'illustrazione di cartoline artistiche e nel 1928 decide di trasferirsi a Milano dove allestisce una sua rassegna personale alla Galleria Micheli, entrando in contatto con gli artisti del Novecento Italiano. Rinnova la sua pittura nel segno di una maggiore sintesi di visione e di una accentuazione dei valori formali e volumetrici della composizione. Nel 1931 si reca a Parigi su invito della Società "Dante Alighieri" presso la cui sede propone al pubblico una serie di paesaggi italiani. Nel 1933 organizza una personale alla Galleria "Charpentier" a Parigi e la sua presenza si registra costantemente, nello stesso periodo, alle esposizioni della Permanente a Milano. Negli anni Cinquanta e Sessanta dipinge paesaggi di impostazione quasi metafisica, dove si accentua la volontà di sintesi formale. Risalgono a questi anni opere come Solitudine a Burano, Nel cortile delle suore, Case a Burano, La casa bianca, dove gli echi della "Scuola di Burano" vengono rielaborati e riproposti in un linguaggio espressivo incapace ormai di rinnovarsi. Nella sua produzione più recente intorno all'ottavo e nono decennio, i contorni dei paesaggi si fanno meno nitidi e precisi, grazie anche all'uso di una tavolozza ridotta ai toni essenziali e all'adozione di una pennellata povera di materia cromatica. Muore nel 1983 a Torino.
Riferimenti Vedi scheda autore
Vedi scheda Stabilimento Passero-Chiesa
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