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PROGETTO

Società Fornaci di Pasiano

Eugenio Polesello

1930

Informazioni

Titolo Società Fornaci di Pasiano
Acquisizione Asta Stadion, Trieste, 2 dicembre 2005, lotto n. 463
Autore Eugenio Polesello
Categoria Manifesto pubblicitario
Collocazione Palazzo Della Torre, Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, via G. Carducci n. 2, Gorizia
Cornice Legno e vetro, 108x78 cm
Dimensioni 100x70 cm
Epoca 1930
Iscrizioni Firmato [centro dx]: E. Polesello
Materiale tecnica Stampa litografica a colori su carta
N inventario FC 264
N inventario fotografico F:\JPG 264
Nomefile Scheda 264.xls
Proprieta Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia
Provenienza Archivio Grafiche Giuseppe Chiesa, Udine
Restauri 2009, Laboratorio Eucore, Autorizzazione Soprintendenza dd. 10 agosto 2006
Stampa Lip. Tip. G. Chiesa. Udine
Stato conservazione Buono.
Valore assicurativo 700,00/1.000,00 Euro
Bibliografia R. Curci, "Pionieri" del manifesto: la ditta Chiesa di Udine, in 150 manifesti del Friuli - Venezia Giulia. Vita e costume di una regione 1895-1940, Padova, 1982, n. 130.
G. Ganzer, R. De Grada, M. Fagiolo Dell'Arco (catalogo della mostra a cura di), Eugenio Polesello, Allemandi Editore, Torino, 1991.
P. Delbello, A. Pericin, B. Pompei (a cura di), Nei dintorni di Dudovich. Per una storia della "piccola" pubblicità e dei suoi grandi autori, Edizioni Modiano, Trieste, 2002.
L. Mio, Il processo di industrializzazione del Pordenonese (1839-1954), in: F. Frilli (a cura di), Pordenone e il suo territorio. Note storiche su aspetti economici e sociali, Pordenone, Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura, 1992.
Note Nasce a Pordenone nel 1895. Compie la propria formazione all'Accademia di Belle Arti di Venezia dal 1910 al 1915, allievo di Guglielmo Ciardi prima e quindi di Ettore Tito. La lezione di Ciardi che sottende la prima produzione dell'artista si arricchisce ben presto delle suggestioni dell'impressionismo e della libertà espressiva introdotta, in ambito veneziano, da Gino Rossi, Pio Semeghini e Umberto Moggioli contro il ritorno all'ordine di marca novecentista, imperante in quegli anni nel clima figurativo nazionale. Si dedica per un breve periodo all'illustrazione di cartoline artistiche e nel 1928 decide di trasferirsi a Milano dove allestisce una sua rassegna personale alla Galleria Micheli, entrando in contatto con gli artisti del Novecento Italiano. Rinnova la sua pittura nel segno di una maggiore sintesi di visione e di una accentuazione dei valori formali e volumetrici della composizione. Nel 1931 si reca a Parigi su invito della Società "Dante Alighieri" e, nel 1933 organizza una personale alla Galleria "Charpentier"; inoltre la sua presenza si registra costantemente alle esposizioni della Permanente a Milano. Negli anni Cinquanta e Sessanta dipinge paesaggi di impostazione quasi metafisica, dove si accentua la volontà di sintesi formale. Nella sua produzione più recente intorno all'ottavo e nono decennio, i contorni dei paesaggi si fanno meno nitidi e precisi, grazie anche all'uso di una tavolozza ridotta ai toni essenziali e all'adozione di una pennellata povera di materia cromatica. Muore nel 1983 a Torino. Il manifesto, realizzato per la Società Fornaci di Pasiano, raccoglie alcune tematiche ricorrenti nella cartellonistica degli anni '30 come il masimo controllo dei colori, uniformi e compatti, i caratteri cubitali e la composizione costruita su un'asse diagonale. Dall'avanguardia futurista mutuato il tema del movimento e della velocità rappresentato da un bolide che sfreccia su mattonelle di laterizio delle Fornaci di Pasiano. Quella della Fornace di Rivarotta di Pasiano non è una delle tante piccole attività di produzione di laterizi che costellano il territorio friulano e delle località di emigrazione, ma una vera e propria attività industriale moderna: "All’infuori di
Pordenone, oltre alle filande e ad uno zuccherificio a S. Vito, l’insediamento di maggior rilievo nella seconda metà dell’Ottocento del Friuli Occidentale è costituito dalle fornaci di Rivarotta di Pasiano impiantate negli anni sessanta dal triestino Carlo Chiozza. Negli anni ottanta la gestione viene assunta dalla Società Veneta per Imprese e Costruzioni Pubbliche di Padova. L’azienda, una delle maggiori d’Italia, ”segnalata – scrive un giornale dell’epoca – con parole di plauso nelle più lontane regioni d’Europa”, vanta una gamma di prodotti piuttosto estesa che va dai vari tipi di tegole e coppi, ai mattoni forati, ai materiali per murature e pavimenti, per condutture d’acqua e di fili elettrici, eccetera. La produzione è esportata in tutta Europa, nonché in Oriente ed in America. L’occupazione varia a seconda delle epoche: dopo i 200/300 dei primi anni successivi all’Unità, si sale ai 500/600 fino agli 880 del 1890.
Riferimenti Vedi scheda autore
Vedi scheda Stabilimento Passero-Chiesa
Vedi scheda pubblicità commerciale

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