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Kaliklor Valli …a dir le mie virtù basta un sorriso, Milano

Anonimo

1920

Informazioni

Titolo Kaliklor Valli …a dir le mie virtù basta un sorriso, Milano
Acquisizione Asta Stadion, Trieste, 2 dicembre 2005, lotto n. 440
Autore Anonimo
Categoria Manifesto pubblicitario
Collocazione Palazzo Della Torre, Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, via G. Carducci n. 2, Gorizia
Cornice Legno e vetro, 145x110 cm
Dimensioni 137x100 cm
Epoca 1920
Iscrizioni
Materiale tecnica Stampa litografica a colori su carta
N inventario FC 246
N inventario fotografico F:\JPG 246
Nomefile Scheda 246.xls
Proprieta Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia
Provenienza Archivio Grafiche Giuseppe Chiesa, Udine
Restauri 2009, Laboratorio Eucore, Autorizzazione Soprintendenza dd. 10 agosto 2006
Stampa Litografia E. Passero di G. Chiesa - Udine
Stato conservazione Buono.
Valore assicurativo 200,00/300,00 Euro
Bibliografia R. Curci, "Pionieri" del manifesto: la ditta Chiesa di Udine, in 150 manifesti del Friuli - Venezia Giulia. Vita e costume di una regione 1895-1940, Padova, 1982, n. 130.
P. Delbello, A. Pericin, B. Pompei (a cura di), Nei dintorni di Dudovich. Per una storia della "piccola" pubblicità e dei suoi grandi autori, Edizioni Modiano, Trieste, 2002.
M. Gallo, I manifesti nella storia del costume, Mondadori, Milano, 1972.
Luigi Menegazzi, Il manifesto italiano, Arnoldo Mondadori Arte, Milano, 1989.
Note Talvolta la scrittura in versi può divenire fonte di guadagno, anche in misura consistente. Uno dei campi di azione più remunerativo per versificatori muniti di abilità tecnica e fantasia è quello della pubblicità, in cui, dai primi del Novecento, hanno gran fortuna messaggi promozionali basati su rime baciate, assonanze e consonanze varie od altri ingegnosi effetti poetici. Una vicenda storica che merita di essere qui rievocata è quella del dentifricio Kaliklor. Nel 1919 la ditta Vermondo Valli di Milano, proprietaria della Profumeria Inglese Rimmel, bandì un concorso per una frase adatta a reclamizzare il suo dentifricio. La giuria, composta da Maria Melato, Marco Praga, Dario Niccodemi, Giuseppe Adami ed altre celebrità del teatro di allora, non ebbe dubbi, la frase da premiare con le 5.000 lire messe in palio dalla ditta Valli era un delizioso endecasillabo: A dir le mie virtù basta un sorriso. Nel corso degli anni il nome del dentifricio scomparve del tutto; ma il verso, stupefacente per la sua appropriatezza e poeticità, è tuttora vivo nel nostro linguaggio. Un verso talmente bello che, col passare del tempo, essendo caduto nell’oblio il nome del suo autore (tale Adriano Mirandoli di Roma), venne immeritatamente attribuito a D’Annunzio (è peraltro da notare che non a caso il nome di D’Annunzio fu ipotizzato a proposito di quell’eccezionale verso. Il Nostro, infatti, oltre ad essere l’Immaginifico Vate di cui tutti sappiamo, era anche un pubblicitario non meno immaginifico). Il manifesto è parte di quel genere di cartelloni pubblicitari in cui sono raffigurati personaggi e ambienti tipici della società borghese dell’epoca, a cui la pubblicità si rivolgeva. In questo genere di pubblicità, detta anche "pubblicità di artista", si nota solitemente l’assenza di tecniche comunicative, mancano veri e propri slogan e mancano veri e propri personaggi. Ci si affida principalmente al visual (l'elemento visivo), mentre pochi sono gli slogan; fanno eccezione alcuni rari casi, uno dei quali è proprio quello della pubblicità del dentifricio "Kaliklor", per il quale fu coniato lo slogan "… a dir le mie virtù basta un sorriso…",
Riferimenti Vedi scheda autore
Vedi scheda Stabilimento Passero-Chiesa
Vedi scheda pubblicità commerciale

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