Informazioni
Titolo | Gorizia, Primo Campionato Interprovinciale Radiomotociclistico per Giovani Fascisti |
Acquisizione | LEG |
Autore | Tullio Crali |
Categoria | Manifesto istituzionale |
Collocazione | Palazzo Della Torre, Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, via G. Carducci n. 2, Gorizia |
Cornice | |
Dimensioni | 101x72 cm |
Epoca | 1933 |
Iscrizioni | Firmato e datato [alto sx]: Crali 33 |
Materiale tecnica | Stampa litografica a colori su carta |
N inventario | FC 170 |
N inventario fotografico | F:\JPG 170 |
Nomefile | Scheda 170.xls |
Proprieta | Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia |
Provenienza | Archivio Grafiche Giuseppe Chiesa, Udine |
Restauri | 2009, Laboratorio Eucore, Autorizzazione Soprintendenza dd. 18 ottobre 2007 |
Stampa | Grafiche Chiesa - Udine |
Stato conservazione | Buono |
Valore assicurativo | 000,00/000,00 Euro |
Bibliografia | R. Curci, "Pionieri" del manifesto: la ditta Chiesa di Udine, in 150 manifesti del Friuli - Venezia Giulia. Vita e costume di una regione 1895-1940, Padova, 1982, n. 130.
R. Curci, Antonio Bauzon cartellonista e poeta, Romans d'Isonzo, 1983, pp. non numerate. P. Delbello, A. Pericin, B. Pompei (a cura di), Nei dintorni di Dudovich. Per una storia della "piccola" pubblicità e dei suoi grandi autori, Edizioni Modiano, Trieste, 2002. M. Gallo, I manifesti nella storia del costume, Mondadori Editore, Milano, 1972. |
Note | Manifesto realizzato da Tullio Crali in occasione del Primo Campionato Interprovinciale Radiomotociclistico per giovani fascisti di Gorizia. Protagonista dell'affiche un motociclista con la sua moto rosso fiammante che compare da una scura parete dalle fattezze analoghe a quelle di un fascio littorio. L'uomo sfreccia in salita lasciandosi alle spalle delle scie simili a lamine d'acciaio. Il manifesto avverte la spinta futurista e, in parte, la raccoglie. Ciò è evidente nelle linee antinaturalistiche, sobrie ed essenziali della Art Déco (detta anche ‘stile ‘25’ per l’Esposizione Universale di quel medesimo anno a Parigi dove trionfò). Con l’Art Déco la linea fatta ‘a macchina’, la curva metallica e scultorea, la tridimesionalità cubo-futurista, la luminosità e la cromaticità artificiale, la dinamicità dei grafismi e la strutturazione geometricamente significativa dei campi, danno luogo ad una estetica del manifesto rinnovata, largamente accettabile per il pubblico, nel segno di nuova raffinatezza ed eleganza, nell’immagine, nella moda e nel design. Per ciò che riguarda le tematiche sviluppate, il futurismo aveva coltivato e lanciato nell'immaginario collettivo il mito tutto moderno del movimento e della velocità, e anche da qui, in concomitanza con la meccanizzazione del Paese e con lo sviluppo di industrie quali la Fiat, si diffonde la passione per i mezzi di trasporto della contemporaneità, macchine, aerei e motociclette, queste ultime protagoniste di questo affiche. Tullio Crali (Igalo, 6 dicembre 1910 – Milano, 5 agosto 2000) è stato un pittore italiano. Di famiglia zaratina, nacque in un piccolo paese delle Bocche di Cattaro nell'attuale Montenegro, ove il padre lavorava temporaneamente. Visse a Zara fino al 1922, quando con la famiglia si trasferì a Gorizia. Scoprì il futurismo a quindici anni, mentre era studente all'istituto tecnico della città, e fu influenzato nei suoi primi lavori da Giacomo Balla e Enrico Prampolini. Nel 1928 volò per la prima volta, e l'anno successivo - quello in cui nacque l'aeropittura futurista - si mise in contatto con Filippo Tommaso Marinetti ed entrò ufficialmente nel movimento futurista. Dopo le sue primemostre in Italia, Marinetti lo invitò ad esporre a Parigi, nella prima mostra di aeropittori italiani: era il 1932. Divenne poi amico personale di Marinetti. Dopo la seconda guerra mondiale rimase fedele alla poetica futurista. Dapprima esercitò a Torino, si trasferì poi a Parigi (1950 - 1958, in quegli anni ideò le sassintesi), poi ancora al Cairo (1962 - 1966, insegnò alla scuola d'arte italiana). Dal 1966 fino alla morte visse a Milano. Lì cominciò a raccogliere e catalogare le carte e i documenti che lo riguardavano; nel 1999 ha donato questo suo fondo al MART di Rovereto insieme a 41 opere, cui - nell'anno della morte - faranno seguito altre 48. Tullio Crali, per sua espressa volontà, è sepolto nel cimitero di Macerata dove riposa insieme al figlio Massimo (deceduto il 3 febbraio 2008), città dove risiedono sua moglie Adolfina Savelli e le tre nipoti Marzia, Vibia e Lavinia. |
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