Informazioni
| Titolo | Basilica delle Grazie Udine |
| Acquisizione | LEG |
| Autore | Giovanni Saccomani |
| Categoria | Manifesto istituzionale |
| Collocazione | Palazzo Della Torre, Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, via G. Carducci n. 2, Gorizia |
| Cornice | |
| Dimensioni | 100x70 cm |
| Epoca | 1933 |
| Iscrizioni | Firmato [basso dx]: G. Saccomani |
| Materiale tecnica | Stampa litografica a colori su carta |
| N inventario | FC 146 |
| N inventario fotografico | F:\JPG 146 |
| Nomefile | Scheda 146 BIS.xls |
| Proprieta | Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia |
| Provenienza | Archivio Grafiche Giuseppe Chiesa, Udine |
| Restauri | 2009, Laboratorio Eucore, Autorizzazione Soprintendenza dd. 18 ottobre 2007 |
| Stampa | Litografia G. Chiesa - Udine |
| Stato conservazione | Buono |
| Valore assicurativo | 200,00/300,00 Euro |
| Bibliografia | R. Curci, "Pionieri" del manifesto: la ditta Chiesa di Udine, in 150 manifesti del Friuli - Venezia Giulia. Vita e costume di una regione 1895-1940, Padova, 1982, n. 130.
E. Bedont, Gli ex-voto della Madonna delle Grazie di Udine, Edizioni Società filologica friulana, Udine, 1979. P. Delbello, A. Pericin, B. Pompei (a cura di), Nei dintorni di Dudovich. Per una storia della "piccola" pubblicità e dei suoi grandi autori, Edizioni Modiano, Trieste, 2002. C. Grassi, Giovanni Saccomani 1900-1966, Centro Friulano Arti Plastiche, Udine, 1967. |
| Note | L'opera di edificazione del santuario della Beata Vergine delle Grazie di Udine, custodito dai frati Servi di Maria, iniziò il 12 aprile 1495 e venne ufficialmente consacrata il 12 maggio 1520 dal vescovo di Caorle mons. De Rubeis. La chiesa, tanto impreziosita nei secoli, fu dichiarata Basilica minore il 21 giugno 1922. La storia del convento si fonde con la storia della presenza dei Servi di Maria in Udine: da sempre essi sono “i frati della Madonna delle Grazie”, che hanno condiviso con il popolo friulano difficoltà e sofferenze, gioie e speranze, soprattutto la devozione verso la Madre del Redentore e dei redenti. La loro presenza al santuario fu interrotta con le invasioni francesi del 1797 che li espulsero da Udine e il convento divenne prima proprietà del demanio e poi fu venduto a privati. Il 2 luglio 1923 i frati hanno potuto far ritorno alle Grazie e riprendere il loro plurisecolare servizio. Il manifesto, eseguito dall'artista Giuseppe Saccomani, venne realizzato nel 1933, in occasione del VII Centenario dalla fondazione dell'Ordine dei Servi di Maria ed il XIX Centenario della
Beata Vergine. Protagonista dell'immagine, in primo piano, è proprio la Madonna, protesa sul Figlio in un doloroso, compassato abbraccio. Una Pietà moderna in cui la morte viene evocata dal tragico pallore del Cristo che si distacca, non solo cromaticamente, dal resto della composizione. A mantenere l'unità compositiva la figura della Vergine curva su di lui, a creare una volumetria piena, circolare. In secondo piano una croce monumentale, forse un riferimento alla Croce di ferro che fu illuminata "per radio comando" da Pio XI il 1 aprile 1933, all'inizio del Giubileo straordinario concesso nel diciannovesimo centenario della Redenzione presso il Santuario di Montesenario, convento eretto nel 1234 dai fondatori dell'ordine dei Servi di Maria che compare anche nel manifesto di Saccomani, sovrastante la Basilica udinese. Giovanni Saccomani nasce a Nespoledo di Lestizza (Udine) il 28 novembre 1900. Trasferitosi con la famiglia a Udine nel 1903, si iscrive alla Scuola d’arte e mestieri Giovanni da Udine nel 1914. Nel primo
dopoguerra lavora presso la tipografia Passero e si cimenta con dipinti e disegni di gusto Liberty. Grazie alla borsa di studio Marangoni, dal 1925 al 1927 frequenta a Roma L’Istituto statale d’arte, senza però concluderlo. Dopo aver aperto lo studio a Udine, nel 1928 allestisce la sua prima personale per poi trasferirsi in via Poscolle, sempre a Udine, dove condivide lo studio con lo scultore Max Piccini. Per la predilezione del nudo femminile, la precisione del disegno e l’atmosfera sospesa, lo stile di Saccomani risente della pittura di Felice Casorati. Negli anni successivi l’artista matura una sensibilità di carattere espressionista,dal cromatismo intenso e dai colori sfaldati. Temi preferiti diventano i cavalli, ma non mancano anche soggetti di carattere religioso. Specialmente negli ultimi anni di vita si dedica alle tecniche grafiche ed elabora una ricerca dalle forme geometriche. Giovanni Saccomani muore a Udine il 5 luglio 1966. |
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