Informazioni
| Titolo | Gorizia, Comitato provinciale per la ricostruzione delle zone danneggiate dalla guerra | 
| Acquisizione | LEG | 
| Autore | Pietro Antonio Sencig | 
| Categoria | Bozzetto istituzionale | 
| Collocazione | Palazzo Della Torre, Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, via G. Carducci n. 2, Gorizia | 
| Cornice | |
| Dimensioni | 38x49 cm | 
| Epoca | 1922 | 
| Iscrizioni | Firmato [basso dx]: P. A. Sencig affiancato da stemma di Udine | 
| Materiale tecnica | Litografia a colori su carta | 
| N inventario | FC112 | 
| N inventario fotografico | F:\JPG 112 | 
| Nomefile | Scheda 112.xls | 
| Proprieta | Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia | 
| Provenienza | Archivio Grafiche Giuseppe Chiesa,Udine | 
| Restauri | 2009, Laboratorio Eucore, Autorizzazione Soprintendenza dd. 18 ottobre 2007 | 
| Stampa | Lit. G. Chiesa - Udine | 
| Stato conservazione | Buono | 
| Valore assicurativo | 000,00/000,00 Euro | 
| Bibliografia | P. Delbello, A. Pericin, B. Pompei (a cura di), Nei dintorni di Dudovich. Per una storia della "piccola" pubblicità e dei suoi grandi autori, Edizioni Modiano, Trieste, 2002. M. Gallo, I manifesti nella storia del costume, Mondadori, Milano, 1972. A. Villari (a cura di), L'arte della pubblicità. Il manifesto italiano e le avanguardie 1920-1940, Silvana Editoriale, Milano, 2008. A.A. V.V., I cattolici isontini nel XX secolo. Parte seconda, Tipografia Sociale, Gorizia, 1983. | 
| Note | Diploma di Concorso per la ricostruzione delle zone danneggiate dalla guerra indetto dal Comitato Provinciale per il Risorgimento del Goriziano. Gli anni del primo dopoguerra furono un periodo in cui, anziché aprire una nuova era della società italiana, ci si preoccupò di salvare quanto c’era. Avrebbe potuto esserci, in questi anni, una coraggiosa politica economica di rafforzamento capitalistico attraverso le scelte, anche cruente, del confronto internazionale, e si pensò a questo solo con timore; avrebbe potuto esserci, d’altro canto, un assetto cooperativistico e partecipativo sia nell’agricoltura che nell’industria. Tutto questo fu temuto più ancora dell’ipotesi precedente. Si preferì  (e fu una scelta propria di una classe politica espressione di una borghesia imprenditorialmente arretrata) la strada del protezionismo doganale da un lato e, dall’altro, quella del diretto sostegno governativo all’industria, rendendola così sempre più dipendente dalle commesse di stato e condizionante tutti i settori dell’economia.  Il commercio nel Friuli Venezia Giulia si trovava inevitabilmente in forte calo e così pure la produzione industriale, caratterizzata da alte spese di produzione, da maggiori spese di trasporto, dall’alto costo della forza motrice.  La Banca Commerciale Italiana , assieme alla Banca di Sconto del Gruppo Ansaldo, svolse in questa vicenda un ruolo ben preciso. Verso lo stesso sbocco si avviavano le industrie produttrici di energia elettrica della zona (Società Elettrica della Venezia Giulia e Officine Elettriche dell’Isonzo) che vennero assorbite dalla S.A.D.E.  non prima che l’Istituto Federale di Credito Per il Risorgimento delle Venezie fosse intervenuto a realizzare la concentrazione di tutte le società esistenti finalizzandole al sostegno dell’apparato industriale regionale. Alle Banche Miste si attribuì il ruolo di accelerare il processo di concentrazione capitalistica. Si finì con il privilegiare il rapporto diretto con alcuni istituti bancari: la annosa e spinosa questione dei danni di guerra da risarcire, per esempio, fu avviata alla liquidazione “con grande vantaggio delle industrie del Goriziano”; lo stato mise a disposizione dell’Istituto Federale di Credito di Venezia il fondo di 30 milioni di lire e tale quota fu integrata da quella di 50 milioni degli enti partecipanti. Si costituì il Comitato Provinciale per il Risorgimento del Goriziano, con sede presso la Giunta Provinciale, e furono fatti stampare i moduli di domanda per ottenere, da parte delle industrie della zona, gli indennizzi spettanti per i danni di guerra. Lo stesso Istituto anticipava, fino al 60%, risarcimenti per danni di guerra anche ai privati cittadini. | 
| Riferimenti | Vedi scheda autore Vedi scheda Stabilimento Passero-Chiesa Vedi scheda pubblicità commerciale | 
 
    
    