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PROGETTO

Ragazza che beve birra

Anonimo

Anni '20 del '900

Informazioni

Titolo Ragazza che beve birra
Acquisizione LEG
Autore Anonimo
Categoria Bozzetto pubblicitario
Collocazione Palazzo Della Torre, Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, via G. Carducci n. 2, Gorizia
Cornice
Dimensioni 51x32 cm
Epoca Anni '20 del '900
Iscrizioni
Materiale tecnica Bozzetto - Matita e tempera su carta
N inventario FC094
N inventario fotografico F:\JPG 094
Nomefile Scheda 094.xls
Proprieta Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia
Provenienza Archivio Grafiche Giuseppe Chiesa,Udine
Restauri 2009, Laboratorio Eucore, Autorizzazione Soprintendenza dd. 18 ottobre 2007
Stampa Litografia E. Passero di G. Chiesa - Udine
Stato conservazione Buono
Valore assicurativo 000,00/000,00 Euro
Bibliografia P. Delbello, A. Pericin, B. Pompei (a cura di), Nei dintorni di Dudovich. Per una storia della "piccola" pubblicità e dei suoi grandi autori, Edizioni Modiano, Trieste, 2002.
M. Gallo, I manifesti nella storia del costume, Mondadori, Milano, 1972.
A. Villari (a cura di), L'arte della pubblicità. Il manifesto italiano e le avanguardie 1920-1940, Silvana Editoriale, Milano, 2008.
A.A. V.V., Elogio del Manifesto, Allemandi, Torino, 2002.
Note Bozzetto generico, probabilmente realizzato per la promozione di una birra. Dati i frequenti rapporti di collaborazione dello Stabilimento Passero-Chiesa con la ditta Moretti si può ipotizzare che la committente sia proprio l'azienda udinese. Protagonista una giovane fanciulla che indossa un abito dalla soffice foggia e dal colore che tanto ricordano uno schiumoso, chiaro boccale di birra. Tradizionale l'iconografia del bozzetto che ricorre alle atmosfere eleganti e garbate mutuate, seppure con qualche ingenuità, dall'affermato Dudovich del periodo Liberty. Ancora non molto consueta la scelta di un soggetto femminile per reclamizzare un prodotto che, nell'immaginario dell'epoca, non era molto consumato da signore e signorine dell'alta società - e la fanciulla ritratta nel bozzetto sembra esserlo visti gli abiti ed il luogo in cui viene raffigurata. Tema di contatto con la cultura europea del novecento il ‘personaggio donna’, evolutosi nelle immagini pubblicitarie e politiche francesi sin dall‘800, anche in Italia viene ampiamente utilizzato nei primi manifesti. Ma in Italia resiste in modo particolare l’immagine della femminilità mitica: la dea, che solo in quanto creatura mitologica può mostrare un poco le carni secondo il canone rinascimentale. A volte però vi sono immagini emblematicamente italiane che hanno un certo significato nella storia della emancipazione femminile come quella disegnata da Ceccanti nel manifesto: Caffè espresso servizio istantaneo, 1900 ca. Qui, l’italianissimo rito del caffè si congiunge ad una soave sensazione di libertà al femminile. Nel manifesto la barista e le due eleganti clienti si intrattengono al bar in una indipendente complicità, mentre un ometto ‘spiazzato’ e fuori campo sbircia la scena da dietro la tazzina del suo caffè. Un’immagine assai inconsueta nella vita pubblica italiana del tempo. Le donne, sia quelle vere, e sia le dee, abbondano con l’abbondare di manifesti turistici, e qualche volta per motivi balneari sono anche leggermente discinte. Anche qui si tratta di promuovere ‘l’immagine Italia’: quella delle località montane, come della riviera romagnola, così che il manifesto italiano ha una sua particolare visibilità
internazionale, se non altro perché rinvigorisce l’immagine da sogno del Bel Paese. Il turismo, in un primo momento ha una sua giustificazione salutistica che prende lo spunto dall’atmosfera letteraria mitteleuropea tessuta intorno alle aristocratiche frequentazioni dei sanatori e delle terme (si pensi su questo tema alla Montagna incantata di Thomas Mann o a La cura di Herman Hesse). Il modello straniero dal quale i centri termali italiani vorrebbero attingere, senza però riuscire ad ottenere il medesimo successo in fatto di lusso ed eleganza, è quello di celebri luoghi salutistici come Marienbad, Karlovy Vari, Baden Baden, Bath. Ecco allora una serie di manifesti che promettono ringiovamento e salute, quasi sempre attraverso l’immagine di belle donne che non ne hanno alcun bisogno.
Riferimenti Vedi scheda autore
Vedi scheda Stabilimento Passero-Chiesa
Vedi scheda pubblicità commerciale

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