Franco Dugo, Enzo Valentinuz, Marina Legovini: sono gli artisti che tra il 2016 e i primi mesi del 2017 hanno donato un’opera d’arte, tratta dalla loro produzione, alla Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia. Ancor prima, nel 2015, il maestro Sergio Altieri aveva omaggiato la Fondazione con il dipinto a tempera su tela “Sulla collina” (2011), esposto da allora nell’atrio della sala conferenze.
Tra le donazioni ricevute rientra anche un ritratto su carta del 1420, opera rarissima proprio perché su supporto cartaceo, donato da Giovanni Cossar, che raffigura un membro della famiglia Rassauer, presumibilmente Ulvino Rassauer detto Suabil.
Gesti che riconoscono il ruolo centrale svolto dall’ente per la tutela e la diffusione della cultura e dell’arte nell’isontino e la rinnovata sensibilità dimostrata negli ultimi anni nei confronti degli artisti locali contemporanei, attraverso un costante dialogo e il sostegno ad esposizioni temporanee realizzate sul territorio.
“Abbiamo esposto le opere nei locali della Fondazione”, commenta il Presidente della Fondazione Gianluigi Chiozza, “in modo che possano avere la massima visibilità: crediamo infatti che l’arte vada condivisa e resa fruibile al pubblico e anche per queste ragioni abbiamo deciso in questi anni di far uscire dal caveau alcuni esemplari delle nostre collezioni e di esporli nella nostra sede affinché possano essere ammirati, pur nel rispetto delle esigenze conservative”.
Si intitola “Tramonto sul golfo di Trieste” il dipinto a pastello di Franco Dugo, artista goriziano tra i più celebri, maestro nella tecnica dell’incisione e nella pittura a olio e a pastello, presente in queste settimane a Vicenza (Theartbox) con la mostra "Franco Dugo. Il volto, la poesia", visitabile fino al 14 maggio.
L’opera donata da Enzo Valentinuz, dal nome “Ladrȋs” (Radici), risale al 2007 ed è realizzata con una tecnica mista che abbina ai graffiti delle origini dell’artista l’utilizzo di pietre del Carso, raccolte, scheggiate ed assemblate. La mostra “Carso: non solo pietre” dell’artista di Romans d’Isonzo, la cui espressività è caratterizzata da una forte matericità, è in corso a Gorizia, ai Musei Provinciali di Borgo Castello, fino all’11 giugno.
E’ invece un acquerello che raffigura uno scorcio del Giardino Viatori l’opera donata alla Fondazione da Marina Legovini, artista che si dedica alla pittura a olio e ad acquerello, le cui opere sono attualmente esposte alla Galleria LEG Antiqua di Gorizia.
Nel novero delle donazioni ricevute anche una linoleografia realizzata nell’ambito del laboratorio d’arte, coordinato dai maestri Luciano de Gironcoli e Salvatore Puddu e sostenuto dalla Fondazione, tenutosi nel 2016 per gli utenti della Comunità terapeutica “La tempesta” di Gorizia. Già nel 2015 la Fondazione aveva ricevuto come segno di riconoscenza uno dei dipinti, ora collocato al Giardino Viatori, realizzati nell’ambito dello stesso laboratorio, all’epoca tenuto da Luciano de Gironcoli ed Enzo Valentinuz.
In totale, dall’inizio del 2016 ad oggi, la Fondazione ha ricevuto in dono circa una ventina tra opere d’arte e materiali di interesse storico, anche da parte di collezionisti privati locali.
Tra questi il bozzetto donato da Marcello di Tomaso “Circo Kludski”, realizzato da Pietro Antonio Sencig a china e tempera su carta nel secondo decennio del Novecento, e proveniente dalla Tipografia Passero-Chiesa di Udine.
Le mostre realizzate negli ultimi anni sono state per la Fondazione un’ulteriore occasione per arricchire le proprie collezioni, grazie alla donazione di dieci fotografie di inizio Novecento, formato carte-de-visite, da parte del Centro Studi e Restauro di Gorizia, e di altre immagini da parte di alcuni privati, tutte esposte a suo tempo nella mostra “Oltre lo sguardo. Fotografi a Gorizia prima della Grande Guerra”.
Tra le donazioni si ricordano anche due fotografie, “Militari all’ingresso del castello dopo il posizionamento del leone di San Marco” dei primi anni ’20, e “Veduta di Via Caserma (attuale via Oberdan) in occasione della visita a Gorizia dell’imperatore Francesco Giuseppe” del 1900, esposte nella mostra “Soldati. Quando la storia si racconta con le caserme”, e i due Almanacchi del popolo di Wagna del 1916 e del 1917, esposti nella mostra “Altrove. Memorie dal campo di Wagna e altre storie di profughi”, ceduti gratuitamente alla Fondazione da Giovanni Cossar di Gorizia.
A queste si aggiungono la scatola in latta “Dolwa. Industria dolciaria wafers e affini e prodotti semilavorati per l’industria dolciaria”, prodotta dallo stabilimento E. Passero di Monfalcone, donata da Antonella Gallarotti e due scatole in latta degli anni Quaranta del Novecento donate da Paolo Mucchiut.
La Fondazione ha inoltre recentemente rinnovato la propria attenzione verso gli artisti locali contemporanei anche attraverso alcuni acquisti, tra cui l’acquerello “Pulfero” di Cecilia Seghizzi, realizzato nel 1970, l’opera di Emma Galli “Studio di nudo femminile” degli anni Venti del Novecento, la scultura in frassino olivato di Paolo Figar “Architetto astronomo” del 2011, tutte esposte al primo piano della sede di via Carducci.