L’alpinista ha scalato 12 delle 14 vette sopra gli ottomila metri, in cordata con il marito Romano Benet, unica coppia al mondo ad aver realizzato tale impresa, portata a termine senza l’ausilio di bombole di ossigeno e senza l’impiego di portatori di alta quota.
Nell’incontro, curato dalla giornalista Margherita Reguitti, Nives Meroi ha raccontato il suo rapporto con la montagna da un punto di vista atletico e spirituale. Sfogliando il suo album di fotografie - scattate anche durante l’ultima salita sul Kangchendzonga, terza vetta più alta del mondo e protagonista del suo secondo libro, dal titolo “Non ti farò aspettare” - ha ripercorso i pensieri, la fatica e la gioia di essere in pace e in equilibrio con se stessa e con l’immensità della montagna. Ma anche la lotta vittoriosa contro la malattia del marito, che Nives definisce “il quindicesimo ottomila”.
L’appuntamento è stato organizzato dalla Fondazione Carigo in collaborazione con la Biblioteca Statale Isontina, il Centro Culturale Incontro della Parrocchia di San Rocco e il Libro delle 18.03, è a ingresso libero.