PRESENTA UN
PROGETTO

Mostra "Una novella patria dello spirito"

E' stata inaugurata la mostra realizzata dalla Fondazione Coronini. Guarda le foto.



News pubblicata il
17 / 04 / 2013

Si intitola “Una novella patria dello spirito. Firenze e gli artisti del Trivento nel primo Novecento: Opere dal Gabinetto disegni e Stampe degli Uffizi”, l’importante mostra che la Fondazione Palazzo Coronini Cronberg organizza dal 12 aprile al 30 giugno. La manifestazione è frutto della collaborazione con il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi e la Soprintendenza ai Beni storici, artistici ed etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia.
Le sale delle Scuderie di viale XX Settembre ospitano, caso unico in regione, un importante corpus di stampe e disegni realizzati nella prima parte del Novecento da autori del Friuli Venezia Giulia ma anche del Veneto e del Trentino.
Il progetto, frutto di una sinergia fra la Fondazione goriziana e la prestigiosa istituzione fiorentina, attraverso la presentazione di un importante nucleo di opere grafiche del secolo scorso, meno note e visibili rispetto alle collezioni rinascimentali che hanno reso gli Uffizi famosi nel mondo, si propone di indagare le ragioni e i le vicende biografiche o culturali che portarono molti artisti del Triveneto in contatto con Firenze.
Il percorso espositivo, che comprende 66 opere provenienti da Firenze e quattro di proprietà della Fondazione Coronini, si apre con gli eleganti ritratti femminili del padovano Lino Selvatico e del triestino Arturo Rietti, seguiti dalle suggestive vedute di Bruno Croatto e dalle figure intensamente espressive del goriziano Edoardo Del Neri. Si tratta di artisti ancora legati per formazione e cultura all’ultima parte dell’Ottocento, ossia ad un’epoca in cui, nelle regioni del Triveneto, i punti di riferimento culturale erano rappresentati soprattutto dall’Accademia di Venezia, ma anche dai movimenti secessionisti di Monaco e Vienna. Si passa quindi al nucleo centrale della mostra costituito dalle opere di Carlo Cainelli, Carlo Sbisà e Giannino Marchig, ossia artisti che, spinti da una precisa ricerca di italianità, scelsero Firenze come sede di studio e attività artistica, come già avevano fatto prima della Grande Guerra il pittore Vittorio Bolaffio e molti intellettuali triestini e goriziani, fra i quali Carlo Michalstaedter, Giani Stuparich, Scipio Slataper. Ampio spazio è stato riservato in particolare alla figura del triestino Giannino Marchig, presente con ben 22 opere che documentano l’importanza del periodo fiorentino per la definizione del suo linguaggio artistico. Si va dalle stampe che rappresentano vivaci figure sedute nei caffè, scorci di piazze e strade piene di vita, agli intensi ritratti di famigliari, amici e conoscenti, ai sintetici disegni preparatori riferibili ad alcuni dei suoi dipinti più noti. Significativamente gli stessi temi ricorrono nelle contemporanee acqueforti, stilisticamente molto affini, del concittadino Carlo Sbisà e nelle opere del trentino Carlo Cainelli.
Come sottolinea Giorgio Marini, conservatore del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi e curatore della mostra, “l’esposizione intende mettere in evidenza quella rinascita del “Bianco e nero”, definizione adottata all’epoca per indicare le opere di grafica in contrapposizione a quelle di pittura e scultura, che nella prima parte del Novecento trovò anche in Italia, interpreti di altissimo livello”. Sempre più numerosi, infatti, furono gli artisti che scelsero proprio l’incisione come principale o addirittura esclusivo mezzo di espressione della propria creatività. Si vedano in particolare l’udinese Fabio Mauroner, con le sue vedute veneziane che rievocano la grande tradizione settecentesca di Carlevarijs, Guardi e Canaletto, il trentino Benvenuto Disertori con i suoi ascetici borghi medievali e, infine, il montebellunese Lino Bianchi Barriviera con i suoi paesaggi dall’accentuato sviluppo orizzontale, realizzati negli anni Trenta e colmi di suggestioni cinquecentesche.
Il catalogo e la mostra sono curati da Giorgio Marini, per il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, e da Maddalena Malni Passcoletti e Cristina Bragaglia Venuti per la Fondazione Coronini.

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